CRITICA a cura di Nicole Braida: A volte ritornano. E ci sono tutti, o quasi. Baciami ancora il nuovo film di Gabriele Muccino e sequel de “L’ultimo Bacio”, riapre il nostro sguardo sulla storia d’amore tormentato tra Giulia (Vittoria Puccini al posto della Mezzogiorno, che si è rifiutata di tornare nel cast) e Carlo (Stefano Accorsi), alle prese con il divorzio.

Ma non solo loro sono in crisi. Marco (Pierfrancesco Favino) non riesce a dare un figlio alla moglie, che se ne vuole andare perché non lo ama più. Adriano (Giorgio Pasotti) torna dopo dieci anni, dopo che aveva abbandonato la compagna Livia (Sabrina Impacciatore) col figlio appena nato, il quale ormai è abbastanza grande da riuscire a non perdonarlo. Paolo (Claudio Santamaria) invece, cerca di curare i suoi sbalzi d’umore con quintali di pillole e l’amore di Livia, con la quale ora ha una storia. L’unico che rimane con i suoi sogni di eterno adolescente è Alberto (Marco Cocci), che sogna di andarsene in Brasile.

Insomma tutte storie sull’orlo di una crisi di nervi, che con pathos mucciniano fluttuano come l’ago di un sismografo. Carlo, in preda all’ipocondria rinsavisce e torna a sperare in un futuro con Giulia, che però ormai convive da 3 anni con un attore squattrinato, che fa pure i regali a sua figlia (e Accorsi si domanda: con quali soldi?).
Muccino di suo, ci mette la bravura e l’esperienza formativa americana (nel film c’è pure uno spezzone di un film di Will Smith, con il quale ha lavorato sia in “Sette anime” che in “La ricerca della Felicità”). Potrebbe fare di più però, anziché limitarsi alle sue famose “corse mucciniane” o ai soliti importanti dialoghi al cellulare, per fortuna ogni tanto c’è qualche sprizzo di ilarità, che non guasta e risolleva magari dalla banalità delle scene del mieloso rapporto amoroso.

Gli attori dicono che tornare sul set 9 anni dopo è stato fantastico, come stare tra vecchi amici (alcuni di loro in effetti lo sono, si sono conosciuti ancora non famosi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma). Tanto che hanno dovuto ripetere più volte molte scene perché non smettevano di ridere. Buon per loro, che almeno si sono divertiti più di noi, che dopo questo film possiamo dire di sentirci rilassati e non annoiati (anche se dura più di due ore), ma non di certo pregni di qualche nuova sensazione. A dirla tutta questo film ci fa sentire proprio dei veri italiani, medi. E in fondo in fondo scappare in Brasile non è poi una cattiva idea. Nicole Braida
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