CRITICA a cura di Olga di Comite: Ci speravo, ma non troppo, di incontrarmi prima o poi con un film piacevole e divertente. Il risultato è stato di una qualche riconciliazione col cinema USA, che sempre più spesso ci rifila alluvioni di effetti speciali, volgarità grossolane, corpi all’asta, zombie in libera uscita, di ogni taglia ed età.
Sia lode perciò ai fratelli Coen che hanno rispolverato la vena migliore (quella di Fargo e de Il Grande Lebowski), fornendoci un bel film in cui tutto si tiene e funziona, grazie alla scelta degli attori, della sceneggiatura, della fotografia, del ritmo incalzante.
Ogni elemento è sapientemente orchestrato come una commedia nera che è anche fantapoltica, come un divertissement d’autore che però lascia il segno, come un degno completamento di quell’indimenticabile stupidario che è il Bouvard et Pecuchet di Flaubert.
Qualcuno ha parlato di quest’opera come minore; non sono affatto d’accordo. Direi piuttosto che nei due tipi di produzione dei Coen, una più severa, l’altra più scanzonata e surreale, esso si colloca con onore nella seconda tipologia e chiude una specie di trilogia sull’idiozia americana e occidentale in genere, di cui non mancano esempi quotidiani. I due geniali registi altro non fanno che esasperare satiricamente i personaggi, i loro sentimenti, perlopiù banali o negativi, e portare all’estrema conseguenza ciò che è nell’esperienza di tutti noi; mi riferisco a quanto sia labile il confine tra stupidità e azione delittuosa e violenta.
Perciò un ex-analista CIA, Ozzie (John Malkovich), sogna vendette al proprio licenziamento, pensando di pubblicare dati che non interessano più nessuno e intanto si arma di ascia e pistola. La moglie Katie, una fredda e odiosa Tilda Swinton, lo tradisce, ma intanto si informa sul patrimonio del marito, solo e fallito, perché vuole chiedere un divorzio a guadagno sicuro.
Due istruttori di palestra sognano lui, Chad (Brad Pitt), tanti soldi; lei, Linda (Frances McDormand), un corpo giovane e rifatto a furia di costosi interventi. Venuti casualmente in possesso di un cd contenente presunti segreti di Stato, perso da Ozzie, diventano improbabili ricattatori. A intersecare le vite di questi personaggi c’è poi Harry (George Clooney), un ex-federale, che vede in ogni donna una preda, ha un’amante fissa e varie avventure via internet, la fissa della dieta, e, come hobby, costruisce in cantina aggeggi a metà tra sedia elettrica e articoli da sexy-shop.
Questo gruppo di attori, compatto nell’incarnare vizi, tic e idiozie, è integrato, per i personaggi minori, da caratteristi che non fanno una piega; si noti a questo proposito la serie di dialoghi finali tra i capi della CIA che brillano per dabbenaggine in maniera direttamente proporzionale al luogo e allo spessore che dovrebbero avere.
In quanto al resto la scelta musicale è appropriata, il montaggio efficace, il finale folgorante per una serie di scatole cinesi contenenti battute, immagini, soluzioni del tutto imprevedibili.
Purtroppo l’amaro che si assorbe insieme al divertimento non è da ascrivere agli autori. Sarebbe troppo bello se fosse così. Olga di Comite
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