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A Beautiful Mind

John Nash was one of the most brilliant minds of his generation...
he saw the world in a way no one could ever imagined...
the extraordinary gift that set him apart would push his mind beyond its limits...
enter the mind of a genious.

4 Oscar

Best Picture - Directing Film (Ron Howard) - Actress in a Supporting Role (Jennifer Connelly) - Writing (Adapted Screenplay) (Akiva Goldsman)

8 Nominations all'Oscar

Best Picture - Actor in a Leading Role (Russell Crowe) - Actress in a Supporting Role (Jennifer Connelly) - Directing Film (Ron Howard) - Editing (Mike Hill and Dan Hanley) - Makeup (Greg Cannom and Colleen Callaghan) - Music (Score) (James Horner) - Writing (Adapted Screenplay) (Akiva Goldsman)

Vincitore di 4 Golden Globes

Best Picture (Drama) - Best Actor, Drama (Russell Crowe) - Best Supporting Actress (Jennifer Connelly) - Best screeplay (Akira Goldsman)

Dramma umano ispirato agli avvenimenti della vita di John Forbes Nash, Jr., parzialmente basato sulla biografia "Il Genio dei Numeri " di Sylvia Nasar. Diretto da Ron Howard e prodotto da Brian Grazer, scritto da Akiva Goldsman, il film e' interpretato dal vincitore del premio Oscar Russell Crowe, da Ed Harris, candidato all' Oscar, e da Jennifer Connelly. Dall'apice della notorieta' alle profondita' della depravazione, John Forbes Nash, Jr. ha provato tutto. Genio della matematica, fa una stupefacente scoperta all'inizio della sua carriera e immediatamente si trova nel pieno del consenso internazionale. Ma Nash, arrogante e di bell'aspetto, presto e' costretto a fare un doloroso e straziante viaggio alla scoperta di se stesso. Dopo molti anni di grandi sforzi, alla fine trionfa sulla sua tragedia, e finalmente - molto piu' tardi nella sua vita - riceve il premio Nobel. A Beautiful Mind e' presentato dalla Imagine Entertainment ed è una coproduzione Universal Pictures e DreamWorks pictures.

CAST

Russell Crowe is John Forbes Nash, Jr

Ed Harris is William Parcher

Jennifer Connelly is Alicia Larde

Paul Bettany is Charles Herman

Judd Hirsch is prof. Helinger

Adam Goldberg is Sol

Christopher Plummer is Dr. Rosen

Anno: U.S.A. 2002

Genere: Drammatico

Regia: Ron Howard
Produttore: Brian Grazer
Produttori esecutivi: Karen Kehela, Todd Hallowell
Sceneggiatura: Akiva Goldsman
Musiche: James Horner
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Daniel P. Hanley, Mike Hill
Scenografia: Leslie E. Rollins
Costumi: Rita Ryack

Durata: 136 '

Trama
Il film è ispirato alla vera vita di John Forbes Nash jr, l'eccentrico matematico che nel 1947, osservando i giochi competitivi dei suoi colleghi, fece un'incredibile scoperta di analisi matematica. Poi, la discesa agli inferi della schizofrenia: visioni, paranoie, elettroshock e psicofarmaci. Ma Nash guarì grazie all'aiuto della moglie Alicia. E dopo la tragedia, il premio Nobel per la sua "analisi degli equilibri nella teoria dei giochi non cooperativi" nel 1994. John Nash è tuttora professore a Princeton.

Nei panni di John Nash, Russell Crowe fa strani gesti con le mani, si tocca i capelli, il viso, si guarda intorno circospetto, cammina come zoppicando, un'andatura accentuata, apparentemente, dal continuo uso di psicofarmaci. Prepararsi per questo ruolo ha permesso a Crowe di “mostrare che uno schizofrenico è uguale a qualsiasi altro malato: si innamora, ha figli, cerca di ottenere qualcosa nella vita”.

 

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Note di produzione

"A Beautiful Mind" è una intensa vicenda drammatica che si ispira alla vita di John Forbes Nash Jr., un genio matematico affascinante quanto eccentrico. Agli inizi della sua carriera, Nash fece una straordinaria scoperta che lo rese famoso in tutto il mondo, ma questa ascesa stellare nelle alte sfere della ricerca modificò drasticamente il suo corso quando la mente del matematico, capace di brillanti intuizioni, venne minata dalla schizofrenia. Fronteggiando ostacoli che sarebbero stati in grado di distruggere l’esistenza di molti uomini, Nash ebbe la forza di opporsi alla malattia, grazie anche al sostegno devoto di sua moglie Alicia. Dopo anni e anni di sofferenze, il matematico riuscì a trionfare sulla sua tragedia personale e, nel 1994, ricevette il Nobel. Oggi John Forbes Nash Jr. continua a svolgere la sua professione ed è considerato una vera leggenda vivente.
È il 1947 e John Forbes Nash Jr. (Russell Crowe) viene ammesso a Princeton per la specializzazione post lauream in matematica. A differenza di tutti i suoi colleghi, “il misterioso genio della Virginia occidentale” non appartiene alla genìa dei rampolli di famiglie prestigiose e influenti i cui membri si succedono nelle università della Ivy League generazione dopo generazione, né ha frequentato le loro stesse scuole esclusive, però è in possesso di un biglietto da visita che lo rende un princetoniano a tutti gli effetti: la più importante borsa di studio concessa dall’università. La situazione non è facile né per Nash, né per Princeton. I convenevoli sociali non hanno alcun significato per il giovane matematico, tanto meno la frequenza delle lezioni. John è ossessionato da un solo pensiero: trovare un’idea veramente originale. Ai suoi occhi questa è l’unica cosa che avrà mai valore nella sua vita.
All’interno del dipartimento di matematica di Princeton regna sovrana la competitività più brutale e alcuni dei colleghi di Nash sarebbero ben lieti di vederlo cadere. Eppure, nonostante ciò, tollerano la sua presenza e, senza volerlo, lo spingono verso la grandezza. Una notte, John va con i suoi compagni di studi in un bar del luogo e assiste con interesse al loro comportamento alla vista di una bionda mozzafiato. Mentre osserva con occhio attento il loro modo di contendersi l’attenzione della ragazza, nella sua mente si delinea all’improvviso proprio quell’idea che insegue da sempre. La sua conseguente relazione sulla teoria dei giochi, la disciplina matematica che analizza il comportamento ottimale di individui, o coalizioni, in situazioni di interazione strategica, contraddice apertamente le teorie di Adam Smith, il padre dell’economia moderna. Il pensiero di Smith, accettato da ormai centocinquant’anni, è improvvisamente superato e la vita di Nash ha cambiato per sempre il suo corso. In seguito alla sua scoperta, il giovane riceve un ambitissimo posto di ricercatore e professore alla MIT, ma non è ancora soddisfatto. La scienza ha svolto un ruolo decisivo per la vittoria dell’America durante la Seconda Guerra Mondiale e adesso, in piena Guerra Fredda, Nash vuole a tutti i costi giocare un ruolo importante in questa nuova partita. Il suo desiderio si realizza quando l’oscuro William Parcher (Ed Harris) lo chiama per un incarico top secret: decodificare i codici segreti del nemico. Nash si immerge totalmente in questo nuovo incarico senza interrompere i suoi impegni con la MIT. Ed è proprio alla MIT che incontra una sfida del tutto nuova per lui: la bellissima Alicia Larde (Jennifer Connelly), una brillante studentessa di fisica che lo spinge verso un concetto che Nash non ha mai preso seriamente in esame: l’amore. John e Alicia si sposano senza che Nash possa rivelare alla sua compagna il rischioso progetto che si è impegnato a seguire con Parcher. Il lavoro, la segretezza e il pericolo finiscono col prendere il sopravvento. John appare sempre più furtivo, ossessionato e finisce con l’essere sommerso da delusioni sempre più cocenti. La diagnosi è di schizofrenia paranoide.
Spaventata dalle implicazioni che la malattia del marito comporta, Alicia inizia la sua lotta, spinta dall’amore che nutre per un genio ormai in ginocchio. La coppia ammirata da tutti fin dai tempi del fidanzamento non esiste più ora che ogni nuovo giorno sembra portare con sé orrori sempre più terribili. Eppure, Alicia riesce ancora a intravedere nell’uomo che ha di fronte il genio carismatico di cui si era innamorata perdutamente, e questo continua ad alimentare il suo legame col marito. Incitato dall’amore e dalla fede di Alicia, alla fine Nash decide di lottare contro la malattia, ritenuta non solo incurabile, ma anche degenerativa.
Adesso John Nash è più umile e nella vita ha scopi più semplici, ma non per questo più facili da conseguire. Ancora ossessionato dai suoi demoni e dalle persistenti richieste della teoria matematica, John è fermamente deciso a riacquistare una nuova normalità. Grazie a un’indistruttibile forza di volontà, Nash continua a lavorare e, nel 1994, riceve il Premio Nobel. Ormai la sua lungimirante ricerca nel campo della teoria dei giochi si è affermata come una delle idee più significative del ventesimo secolo, mentre Nash è diventato famoso non solo per la sua splendida mente, ma anche per il suo cuore meraviglioso.

"A Beautiful Mind" si ispira alla vita di John Forbes Nash Jr. ed è tratto in parte dalla biografia "A Beautiful Mind" di Sylvia Nasar. Di origini medio borghesi, Forbes nacque in una piccola città della Virginia occidentale il 13 giugno 1928, e, per oltre cinquant’anni, è stato considerato un mito negli ambienti della ricerca matematica. Grazie al suo studio della teoria dei giochi, negli anni ’50 diventò l’astro nascente della “nuova matematica”, ma sparì per lungo tempo dalla scena pubblica a causa di una malattia terribile: la schizofrenia. Nonostante ciò, durante la sua assenza, la teoria dei giochi acquistò un ruolo di importanza fondamentale nei campi dell’economia e degli affari. Nel 1994, Nash aveva riacquistato il pieno controllo sulla sua vita e ripreso le ricerche. In quell’anno ricevette il Premio Nobel per l’Economia insieme a John C. Harsanyi e Richard Selten per “l’analisi degli equilibri nella teoria dei giochi non cooperativi” (quelli in cui nessuna autorità esterna impone una serie di regole predeterminate).

L’idea cinematografica di "A Beautiful Mind" ha iniziato a prendere forma quando il produttore Brian Grazer ha letto un articolo su John Forbes Nash Jr. sulla rivista Vanity Fair. L’interesse di Grazer è stato letteralmente catturato dalla veritiera biografia scritta da Sylvia Nasar di questo genio della matematica, che raggiunse fama internazionale e perse tutto a causa della schizofrenia. Il produttore ha immediatamente capito che si trattava di una vicenda assolutamente eccezionale in quanto non solo Nash riuscì a guarire e a ritornare al suo lavoro, ma finì anche col ricevere il Premio Nobel.

“È una storia che mi ha colpito profondamente, perché parla di un sopravvissuto”, spiega Grazer. “Anche il suo protagonista è molto interessante: un genio che si esprime attraverso i fondamenti della competizione”. Dopo aver letto le prime bozze della biografia della Nasar, Grazer ha avuto egli stesso modo di “esplorare i fondamenti della competizione” quando è sceso in campo per ottenere i diritti cinematografici del libro. “Avevo intuito che la storia avrebbe potuto proporre agli spettatori cinematografici una straordinaria esperienza di vita”, osserva il produttore. Grazer ha quindi chiamato Akiva Goldsman per scrivere la sceneggiatura. Lo scrittore ha conferito al progetto un punto di vista del tutto originale: i suoi genitori, il medico Tev Goldsman e la psicologa infantile Mira Rothenberg, sono i fondatori di una delle prime “case famiglia” per bambini con problemi emotivi d’America, che ha sede nella loro abitazione di Brooklyn. Akiva Goldsman è cresciuto insieme a bambini rinchiusi in un loro mondo privato, popolato dalle delusioni. La sua straordinaria sensibilità nei confronti dell’argomento e il suo desiderio di esplorare la sottile linea che divide la realtà dalla delusione lo hanno reso, agli occhi di Grazer, la scelta più consona per scrivere la sceneggiatura di "A Beautiful Mind".
Goldsman aveva una visione della struttura narrativa del film molto chiara e precisa. “La nostra non è una semplice cronaca della vita di John Forbes Nash Jr.”, spiega. “Partendo dai momenti cruciali della sua esistenza - il genio, la schizofrenia, il Nobel - ho cercato di costruire una vicenda che fosse in parte vera e in parte originale”. A riprova della straordinaria maestria con la quale si è distaccato dalla fonte letteraria, la Writers Guild of America ha registrato Goldsman come “autore della sceneggiatura” e non come “curatore dell’adattamento cinematografico”.
Sebbene i registi interessati al progetto siano stati molti, Grazer e Ron Howard, suo partner alla Imagine, si sono ben presto accorti di condividere le stesse idee su quale fosse l’approccio migliore per il film. “Come regista, Ron ha superato con successo sfide cinematografiche di ogni genere”, osserva Grazer. “In particolare ha dimostrato di saper creare personaggi a tutto tondo dotati di grande forza e spessore, e questo era di fondamentale importanza nel caso di "A Beautiful Mind”.
I due cercavano da anni un progetto che parlasse della malattia mentale e dell’impatto che esercita sulla gente, in particolare sui familiari del malato. “Dalle varie letture su questo argomento si deduce che la malattia mentale prevale su tutto il resto”, spiega Howard. “Non sempre la gente riesce a definirla con precisione, ma la maggior parte delle famiglie la osserva molto da vicino. La storia di John Nash è un viaggio straordinario e potente. Ma, per quanto quest’uomo possa essere unico al mondo, la sua vicenda è comunque accessibile a tutti perché è anche straordinariamente umana”.
L’attenzione di Grazer e Howard è stata, inoltre, catturata dalla storia d’amore che costituisce il nucleo centrale di "A Beautiful Mind". “La vittoria di John Nash non è solo rappresentata dalla sconfitta della schizofrenia e dal Nobel. Nel nostro film, come, del resto, nella sua vita, questa vittoria è anche rappresentata dal fatto che l’amore tra John e Alicia è sopravvissuto, trovando il modo di crescere ed evolversi”, spiega Grazer.
“Si tratta di una storia d’amore per adulti”, aggiunge Howard. “Il loro era un rapporto estremamente complesso, così come lo erano le difficoltà che hanno affrontato insieme”.
“Il viaggio di John Nash è un atto d’eroismo, ma lo stesso si deve dire di Alicia”, continua il regista. “Alicia è una figura molto interessante, in un certo senso è la reginetta della festa. È bellissima, intelligente e profondamente interessata a John Nash. Ma quello che ottiene non corrisponde affatto alle sue previsioni: finisce col trasformarsi in una sfida infernale”.
Per Sylvia Nasar, autrice della biografia, la forza di Alicia è stata fonte d’ispirazione. “Nash non ce l’avrebbe mai fatta senza di lei”, osserva. “Per me, è lei la vera eroina del libro. Come, d’altronde, lo è del film”.
La Nasar è felice che i diritti cinematografici del suo libro siano stati concessi proprio a Grazer e Howard. “Non mi aspettavo certo che il film sarebbe stato un documentario”, ci tiene a precisare. “La storia di Nash è come una favola, e, proprio per questo, può essere raccontata in molti modi, tanto è ricca e forte dal punto di vista emotivo. La sceneggiatura di Goldsman cattura interamente l’essenza di questa vicenda”.


"A Beautiful Mind" è interpretato da un meraviglioso gruppo di attori, grandi star del cinema, prestigiosi veterani del grande schermo e esordienti fuori dal comune, che, sul set, hanno dimostrato di avere un’intesa straordinaria. “Lavorare con molti di questi attori, in particolare con Russell Crowe, Ed Harris e Christopher Plummer, può essere pericoloso”, osserva Howard. “Trasmettono un senso di imprevedibilità e caducità che può sorprendere gli spettatori, soprattutto in un film che sembra ruotare proprio intorno all’aspetto umano e intellettuale di una vicenda”. Nel film generano una tensione viscerale, tangibile che viene percepita come la minaccia di un’imminente esplosione”.

Per il ruolo di John Forbes Nash Jr., Grazer e Howard hanno chiamato il premio Oscar Russell Crowe molto prima che riscuotesse un immenso successo con il film Il gladiatore. “Ho puntato su Russell perché è un attore capace di comunicare anche senza ricorrere alle parole”, spiega Grazer, che ha ammirato in particolare il suo lavoro in film quali "L.A. Confidential" e "Insider - Dentro la verità". “Era proprio la qualità che ci serviva per il nostro John Nash”.
Anche Ron Howard è un ammiratore di Crowe. “ "A Beautiful Mind" è la storia di un uomo che, nel suo campo, è visto come un adone”, spiega il regista. “La presenza fisica e il carisma di Russell sono stati un vero dono, come pure la sua intelligenza, la sua riflessività e sensibilità. È una combinazione rara, che nel nostro film acquista un’importanza fondamentale. Brian ed io volevano a tutti i costi che "A Beautiful Mind" avesse del mordente e non si limitasse a rivolgere uno sguardo sentimentale alla vita di un uomo. Russell era della stessa opinione”.
Crowe è stato attirato dal progetto per diverse ragioni. In primo luogo la sceneggiatura ha avuto su di lui un impatto forte e immediato. “Ci sono un paio di trucchi cinematografici molto speciali”, racconta. “Akiva Goldsman ha fatto un lavoro straordinario individuando proprio quei punti salienti della vicenda di John Nash che avrebbero fatto un grande film”.
L’attore ha inoltre gradito moltissimo la possibilità di conferire un volto umano alla schizofrenia. “Far vedere che uno schizofrenico è uguale a tutte le altre persone affette da una qualunque malattia è di grande importanza”, spiega. “La vita degli schizofrenici è ancora normale, nel senso che continuano a innamorarsi, a fare figli e avere degli scopi da raggiungere”. Infine, il progetto offriva a Crowe un’occasione da non perdere: lavorare con Grazer e Howard. “Ron è un regista impeccabile”, osserva l’attore. “Lui e Brian lavorano molto bene insieme e il risultato della loro collaborazione come produttori è veramente impressionate”.
Fra le varie opere prodotte da Grazer e Howard si ricorda "Inventing the Abbotts", del 1997, interpretato da una splendida Jennifer Connelly, che, in quell’occasione, si è guadagnata la stima di entrambi. Da allora, l’attrice si è distinta in film quali "Requiem for a dream" e "Pollock".

Ron Howard ha subito capito che la Connelly era l’interprete adatta per "A Beautiful Mind". “Dal punto di vista professionale, in questi ultimi anni Jennifer è letteralmente sbocciata. È molto intelligente, bella e possiede una grandissima integrità. Inoltre ha una presenza straordinaria sul grande schermo”, spiega il regista. “Ha intuito fin dall’inizio quali erano gli elementi che rendevano il nostro film commovente e coinvolgente”.Inoltre, l’attrice si è subito trovata in sintonia con Russell Crowe. “Abbiamo chiamato molte attrici a leggere la parte con Russell”, racconta Grazer. “Durante queste letture private, in genere, si capisce subito se fra due attori c’è il giusto feeling. Noi volevamo scoprire se l’interprete femminile sarebbe stata in grado di rapportarsi a Russell in modo da stimolarlo a dare sempre il meglio. Jennifer ha avuto proprio quest’effetto su di lui”.

I realizzatori hanno quindi chiamato Ed Harris per il ruolo di William Parcher, che controlla il lavoro di Nash al Dipartimento della Difesa. In precedenza Harris aveva collaborato con Howard e Grazer a "Apollo 13", per il quale è stato candidato all’Oscar. Inoltre, Howard era convinto che l’attore possedesse quell’aura di mistero necessaria al personaggio. “William Parcher è un agente governativo che conduce Nash in una specie di mondo segreto, che si rivelerà molto più complesso e pericoloso di quanto il matematico avrebbe mai potuto immaginarsi”, spiega il regista. “Ed Harris è una persona sfuggente: non si può mai sapere con certezza quali saranno i suoi impegni. Inoltre è un attore molto potente che può tenere testa a Russell”.
A proposito di “testa a testa”, la sera prima dell’inizio delle riprese di "A Beautiful Mind", Crowe e Harris sono entrambi intervenuti alla cerimonia della consegna degli Oscar. Entrambi erano candidati all’Oscar come miglior attore protagonista, Crowe per "Il gladiatore" e Harris per "Pollock", da lui anche diretto. “Non è esattamente il modo migliore per iniziare una collaborazione”, commenta ironicamente Crowe, vincitore dell’Oscar. “Ma Ed è un perfetto gentleman”. Crowe e Harris non sono stati gli unici membri del cast a prendere parte alla Notte degli Oscar. Il direttore della fotografia Roger Deakins era stato candidato per il suo lavoro in "Fratello dove sei?", mentre la costumista Rita Ryack era stata candidata per i costumi di "Il Grinch".

"A Beautiful Mind" inizia con l’arrivo di Nash alla Princeton University, che, alcuni anni prima, si era affermata come la migliore università per gli studi matematici post lauream. Sebbene dal punto di vista sociale Nash sia un outsider, il giovane riesce comunque a stringere amicizia con due suoi colleghi, Sol e Bender, che lavoreranno con lui al Wheeler Lab della MIT.

Per il ruolo di Sol la produzione ha chiamato l’attore Adam Goldberg, coprotagonista di "Salvate il soldato Ryan" e di "EDtv".

Bender è interpretato da Anthony Rapp, protagonista della produzione di "Rent" andata in scena a Broadway. “Siamo compatrioti di Nash”, spiega Rapp a proposito dei due personaggi. “Lo prendiamo in giro perché è un tipo molto eccentrico, ma non lo abbandoneremo mai”.

Charles, il compagno di stanza di Nash, incoraggia il suo lato eccentrico. Il ruolo è interpretato dall’attore inglese Paul Bettany, che dà vita a Chaucer in "Il destino di un cavaliere". “Charles esaspera il lato caotico di John”, spiega Bettany, “e lo spinge a fare cose come gettare la scrivania dalla finestra”.

Un altro studente di Princeton, Hansen, sente subito un’intensa rivalità nei confronti di Nash. “Sono entrambi totalmente orientati verso quello che pensano sia il loro destino”, spiega Josh Lucas, che dà vita a Hansen e che, in precedenza, è stato il coprotagonista di "Conta su di me". “Hansen è, ovviamente, di ottima famiglia, è nato con la camicia, ma vede Nash come una pericolosa minaccia”.

Judd Hirsch ("Gente comune"), candidato all’Oscar nel corso della sua carriera, interpreta il professor Helinger, tutor di Nash a Princeton. “Non volevamo che il professor Helinger apparisse come un burocrate senza cuore”, precisa Howard. “Avevamo bisogno di un attore dotato di un carisma tale da non scomparire al fianco di Russell Crowe. Judd era perfetto, perché trasmette intelligenza e umanità, e sa tenere testa a chiunque in qualsiasi contesto”.

"A Beautiful Mind" segna una nuova collaborazione tra Crowe e il famosissimo Christopher Plummer, che interpreta il dottor Rosen. “Russell è uno degli attori più versatili di oggi”, osserva Plummer, che è un vero veterano del grande schermo e del palcoscenico ed è stato al fianco di Crowe in "Insider - Dentro la verità". “In questo film, torna nuovamente a misurarsi con un ruolo immenso, ma Russell è l’attore giusto per dare vita a un personaggio così difficile, perché non trascura mai neanche il più piccolo dettaglio”.
Nonostante i numerosi film ai quali hanno lavorato, Plummer e Howard non si erano mai incontrati prima. “Il dottor Rosen fa il suo ingresso nella vita di Nash quando il matematico non sa più di chi fidarsi”, osserva Howard. “Quindi era fondamentale avere un attore in grado di offrire un’interpretazione complessa, con molte possibili sfaccettature. Christopher Plummer è uno di quei grandi che sa come trovare la sottigliezza e le tutte sfumature in un personaggio o una scena”.
Plummer ha capito benissimo la difficoltà che gli presentava questo ruolo. “È un personaggio interessante, perché all’inizio è un po’ tagliente, e gli spettatori devono rimanere nel dubbio: chi è il dottor Rosen e che cosa vuole?”, spiega l’attore. “Sono rimasto incantato dalla sceneggiatura, non solo perché era scritta e strutturata benissimo, ma anche perché era incredibilmente commovente e dolorosa, eppure dura, totalmente priva di cadute nel sentimentalismo”.
Plummer ha, inoltre, apprezzato molto lo stile di Howard. “Ron è come un regista dei vecchi tempi: si fida dei suoi collaboratori. Ritengo che i migliori registi siano quelli che sanno scegliersi i collaboratori. Una volta che hanno scelto con chi lavorare, possono anche permettersi di lasciare andare le cose, perché per loro è come essere in famiglia, e della famiglia ci si fida sempre”.


I realizzatori hanno affrontato ogni fase della produzione di "A Beautiful Mind" con profondo rispetto. “La narrazione è molto creativa e ci siamo presi la libertà di condensare un’intera vita nello spazio di un film. Però, al tempo stesso, stiamo presentando una storia vera”, osserva Howard. “Ci siamo avvicinati a questa vicenda con l’intento di essere il più sinceri possibile e abbiamo cercato di farci guidare dall’autenticità”.
Per aumentare il senso di realismo e spingere al massimo le verità emotive di "A Beautiful Mind", i realizzatori hanno deciso di girare il film con soluzione di continuità. Al giorno d’oggi, riprendere le scene di un film rispettando il loro ordine di successione è una procedura impiegata molto di rado ed è considerata un lusso. Sebbene sia molto difficile dal punto di vista logistico, aiuta immensamente gli attori. Infatti, è stato proprio Russell Crowe a suggerire questa modalità di lavoro. Howard aveva già lavorato in questo modo come attore in "American Graffiti", di George Lucas, e aveva ripreso in sequenza le scene di "Apollo 13" ambientate nelle tre location principali, quindi conosceva alla perfezione i pregi di questa tecnica.
“Questo film è, in realtà, una pièce molto difficile dal punto di vista emotivo”, osserva Howard. “Abbiamo affrontato il percorso di un uomo durante tutta la sua vita in soli tre mesi di riprese. L’evoluzione di Russell nelle vesti di John Nash è molto complessa e piena di emozioni, con profondi sbalzi psicologici da una scena all’altra, inoltre Russell invecchia di oltre quarant’anni. L’efficacia di questo metodo di lavorazione deriva dal fatto che gli attori sono maggiormente immersi in quello che stanno facendo. Il lavoro segue un percorso più naturale. Tutti gli interpreti erano emozionati al pensiero di lavorare in questo modo”.
Le riprese in soluzione di continuità sono state un beneficio non solo per Ron Howard, ma anche per il direttore della fotografia Roger Deakins. “Il film si modifica stilisticamente col passaggio da un’epoca all’altra e da una fase della vita di Nash alla successiva”, spiega Howard. “I toni, l’illuminazione e la composizione della fotografia si modifica di pari passo agli stati emotivi e psicologici di Nash, in base all’intensità della sua prigionia, e alla sintonia emotiva che sente, o non sente, con Alicia, i suoi colleghi o le sue stesse idee”, continua.
“Riprendendo le sequenze in ordine cronologico, Roger e io abbiamo avuto la possibilità di effettuare le nostre scelte con maggiore precisione e fluidità. Abbiamo avuto l’opportunità di essere ispirati da quanto facevano gli attori e da quello che apprendevamo su questa vicenda a mano a mano che la giravamo”.

Prima delle riprese, che sono iniziate a Princeton, nel New Jersey, il 27 marzo 2001, Ron Howard ha previsto due settimane di prove con gli attori. “Abbiamo messo in piedi le scene per vedere come funzionavano”, spiega lo sceneggiatore Akiva Goldsman.
Durante la fase di pre-produzione, Howard e il produttore esecutivo Todd Hallowell hanno invitato John Nash in persona per tenere alcune lezioni, con l’intento di studiare lo stile del matematico di fronte alla lavagna e nella speranza di capire, anche solo in parte, il suo lavoro. “Il vero beneficio è stato quello di vedere Nash nelle vesti di se stesso, che si muoveva a modo suo nel suo mondo”, osserva Howard.
“"A Beautiful Mind"non è una lezione di matematica”, aggiunge il regista. “Eppure abbiamo comunque fatto molte ricerche per cercare di entrare in questo mondo. Siamo stati altrettanto accurati come per il controllo della missione e la descrizione dei viaggi di "Apollo 13"”. Dave Bayer, professore di matematica al Barnard College è stato quotidianamente presente sul set in qualità di supervisore e ha presentato gli interpreti coinvolti nelle sequenze ambientate a Princeton ai suoi colleghi matematici.
Russell Crowe effettua sempre ricerche accurate per interpretare i suoi personaggi, e per dare vita a quarantasette anni della turbolenta esistenza di John Nash ha dovuto dare fondo a tutte le sue risorse. “La vera difficoltà è data dal fatto che anche se Nash era famoso nel mondo della matematica, non era affatto una figura di dominio pubblico”, spiega l’attore. “La sua vita non è documentata, non esiste alcun filmato sugli anni della sua giovinezza”.
Crowe ha comunque guardato con attenzione alcuni video sul matematico, ha letto la biografia di Sylvia Nasar, ha studiato gli scritti di Nash e alcuni documentari sulla schizofrenia. Inoltre, l’attore ha tentato di capire come funziona la mente di un genio della matematica. “La mente di Nash è molto più simile a quella di un artista, piuttosto che a quella di uno scienziato”, osserva. “Riesce a guardare una serie di equazioni e arrivare subito alla soluzione”.
A causa della tabella di lavorazione, Crowe e Nash non si sono potuti incontrare prima dell’inizio della lavorazione, ma Nash, che vive a Princeton, ha visitato il set durante le prime riprese ambientate nell’Università. “Quel giorno l’ho incontrato, e il solo fatto di potergli stare di fronte mi è stato di grande aiuto”, ricorda Crowe, che ha anche invitato Nash a prendere un tè, mentre guardava le riprese. Quando la produzione ha fatto ritorno a Princeton, nel mese di giugno, Nash è andato ancora una volta sul set in compagnia di Alicia e di loro figlio Johnny.
Jennifer Connelly ha apprezzato molto la possibilità di conoscere Alicia Nash. “È stato meraviglioso poterne parlare con lei e condividere i suoi ricordi”, racconta l’attrice. “Quando le ho chiesto se c’era qualcosa in particolare che voleva che apparisse nel film, mi ha detto solo ‘È tuo’”.
Anche gli altri interpreti hanno trovato i loro modi per entrare nei personaggi. Oltre ad aver visionato molti film degli anni ’40 e ’50 e aver letto molti testi sul periodo che segue la Seconda Guerra Mondiale, alcuni hanno perfino imparato a giocare a “Go”, il complicato e antichissimo gioco da tavola, risalente a tremila anni fa, che scatena la competizione tra gli studenti di Princeton nel film.


Nel corso delle attente ricerche per "A Beautiful Mind", lo scenografo Wynn Thomas si è reso conto che il campus universitario di Princeton, che ha ospitato le riprese del film per sole due settimane, è rimasto sostanzialmente quello di cinquant’anni fa. “Ron voleva che la parte del film sul periodo che Nash trascorre a Princeton fosse stile Life Magazine”, osserva lo scenografo. “Oggi, il campus possiede ancora questa atmosfera idilliaca”.
Per le sue ricerche, la costumista Rita Ryack ha avuto libero accesso all’archivio fotografico e ha potuto incontrare alcune persone che hanno conosciuto Nash durante gli anni della specializzazione. Il guardaroba di Russell Crowe comprende alcuni capi originali indossati Nash all’epoca dallo stesso, fra i quali spiccano un paio di All-Star della Converse, che, in quegli anni, non costituivano di certo una norma, soprattutto in ambienti raffinati quali Princeton.
Le riprese ambientate in altre università, in particolare la MIT e Harvard, sono state di fatto realizzate in alcune scuole di New York. “Il Bronx Community College presenta una serie di edifici classici progettati da Stanford White molto simili a quelli della MIT”, osserva lo scenografo. Il Manhattan College, con la sua struttura in stile coloniale realizzata in mattoni ha invece ospitato le riprese ambientate ad Harvard.
Dopo i primi anni trascorsi a Princeton, Nash insegnò alla MIT e lavorò presso il Wheeler Lab, dove le migliori menti accademiche del paese lavoravano per l’esercito durante il periodo della Guerra Fredda. Thomas ha creato il laboratorio del film in un’ala abbandonata dell’immenso Garden State Cancer Center, un centro di ricerca situato a Belleville, nel New Jersey. Una spettacolare sala del consiglio di guerra del Pentagono, le cui pareti sono disseminate di cifre che Nash deve decodificare, è stata realizzata presso la Fordham University del Bronx. Per questa scena, la squadra diretta da Thomas ha costruito anche giganteschi computer stile anni ’50.
Nel film, Nash rimane stupefatto dal centro di comando segreto di William Parcher, pieno di strumentazioni dalla tecnologia ultra avanzata. I computer di Parcher, molto innovativi per il periodo nel quale si svolge la scena, si basano su modelli degli anni ’60.
Realizzato su una piattaforma presso il Military Ocean Terminal di Bayonne, nel New Jersey, il centro di comando e l’ufficio di Parcher appaiono come un piccolo universo indipendente con pareti dalle linee curve. “Per questi set ho scelto di non impiegare muri a piombo per riflettere il fatto che Nash ha una visione distorta di questa realtà”, spiega lo scenografo.
La scena in cui Nash e Alicia si recano al ballo che si tiene nella sontuosa abitazione del governatore del Massachusetts è stata girata presso la Fairleigh Dickinson University nel New Jersey. Per questa scena sono state impiegate centinaia di comparse vestite con abiti da sera dell’epoca, con gonne ampie e crinoline. In contrasto Alicia indossa un abito nero molto chic, con un fiocco rosso sul dietro. “La sua splendida silhouette snella spicca in mezzo a tutte le altre donne, che ricordano invece delle meringhe”, osserva la costumista Rita Ryack. “Volevamo che desse l’impressione di essere immersa nella magia”.
La scena del matrimonio, nella quale la Connelly indossa un abito dell’epoca disegnato da Priscilla of Boston, è stata girata presso la St. Mark’s Church nell’Est Village, a Manhattan. Poco dopo essersi sposato, John Nash si ritrova nell’ufficio del dottor Rosen, uno spazio lussuoso dominato dai quadri che arredavano la casa di Freud. “Si presume che quando Nash si risveglia in questo ambiente, sia disorientato esattamente come lo sono gli spettatori”, spiega Thomas. “La nostra intenzione è quella di far vivere agli spettatori le stesse esperienze vissute da Nash”.
Questo principio è stato applicato a tutto il film. Ad esempio, grazie all’impiego di alcuni effetti speciali, si vede come la mente di Nash seleziona i numeri mentre risolve alcuni problemi matematici. I realizzatori hanno, infatti, pensato che raccontare la storia dal punto di vista di Nash rendesse più comprensibile la malattia mentale.
“"A Beautiful Mind" si avventura in un territorio molto forte e drammatico”, spiega Howard. “Affronta temi quali la genialità, la pazzia, l’amore, la paura e la creatività. È un modo molto umano e accessibile di raccontare una storia. È un frutto dell’amore”.
Il film è anche stato un’esperienza piacevole per gli attori. Una volta truccato da Nash all’età di settant’anni, Crowe si è divertito a camminare per le strade di Princeton come un perfetto sconosciuto. Greg Cannom, che ha realizzato anche il suo make-up in Insider - Dentro la verità, ha creato un trucco talmente realistico che, durante le riprese della scena del Premio Nobel, una costumista ha scambiato Crowe per uno dei numerosi anziani in abito formale presenti nella sala.

Le riprese di "A Beautiful Mind" si sono concluse il 28 giugno 2001 a Bayonne, nel New Jersey.


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