CINEMOVIE.INFO - il Cineportale del Cinema moderno

Recensioni
Recensioni
Box Office
Box Office
Notiziario Notiziario
Trailers Trailers
Celebritŕ Celebrità
Frasi Celebri Frasi Celebri
Cine Specials Cine Specials
CINEMOVIE.INFO


RECENSIONE FILM GLI ABBRACCI SPEZZATI LOS ABRAZOS ROTOS

GLI ABBRACCI SPEZZATICRITICA a cura di Olga di Comite: Omaggio alla bellezza che è “nata” con lui (Penelope Cruz), dichiarazione reiterata d’amore per il cinema, sentimenti senza se e senza ma forti decisi e drammatici sono ancora gli ingredienti di un Almodovar maturo che ritroviamo in quest’ultimo film.

Snobbato a Cannes e anche in Spagna, non è a mio parere dei migliori del regista, ma Pedro si riconferma sin dalle prime scene maestro nello stile, nell’analisi della passione amorosa che non ammette ostacoli e va oltre la morte. Né mancano citazioni ed autocitazioni, perché il cinema non è solo il suo ambito culturale ma un mezzo per capire la vita e rigenerarsi.

In quest’opera compaiono come personaggi anche varie professionalità al servizio della settima arte (doppiatori, tecnici, sceneggiatori, ecc.). La narrazione è strutturata come qualcosa in cui presente, passato, film nel film formano una trama a volte un po’ forzosa e non efficace, mentre in altri passaggi si ritrova tutta l’esperienza e la forza del regista. Frequenti i flash-back; scontate (da "Tutto su mia madre"), le agnizioni finali tra figli e genitori che non sanno di essere tali, lacerante la gelosia che scatena gli istinti più bassi, incontrollabile l’amore sullo sfondo di una Lanzarote magnificamente fotografata.

Noir e melodramma sono ormai i generi che rintracciamo come dominanti nella produzione del regista spagnolo; manca invece, e a mio parere è un limite, il sorriso che ancora in “Volver” faceva capolino tra elementi surreali e magici. Questi ultimi erano presenti a piene mani e forse in eccesso nei primi colorati e coloriti film, ma ora tendono a scomparire come ne Gli abbracci spezzati. Penso invece che la loro presenza fornisse sostanza ed eleganza autoironica alla produzione precedente; oggi la preoccupazione di ribadire la sua “filosofia” in forma intensa e seria priva il racconto di un elemento di grazia che Almodovar manovrava con molta originalità.

Perfetti e calzanti gli autori di riferimento (da Rossellini ad Antonioni), intelligente e tenero l’uso della mobilità espressiva di Penelope Cruz che interpreta molte sfaccettature del personaggio, riuscita l’immedesimazione da parte dell’autore nel personaggio del regista cieco Mateo Blanco, anche se Lluís Homar risulta monocorde rispetto alla versatilità della Cruz.

La storia è quella di un amour fou dominato dalla fatalità, stroncato dal caso, costellato di gelosie, fughe, incidenti, cambiamenti d’identità. Partendo dal presente del protagonista maschile, reso cieco da una sciagura automobilistica, risaliamo lentamente a tutta la sua vicenda, mentre via via anche i personaggi minori vengono messi a fuoco e prendono vita propria. Nell’andamento del thriller e nell’incastro degli elementi drammatici l’autore s’immerge, con l’aiuto del suo Virgilio che è il cinema di ogni età, nel desiderio, sentimento dominante di ogni sua invenzione. Olga di Comite
VOTO:

 

Disclaimer | © 2001-2009 CINEMOVIE.INFO | Web Design: © 2009 MARCLAUDE