GIUDIZIO: Nel film a episodi Grande Grosso e Verdone il mitico Carlo Verdone porta nuovamente sul grande schermo alcuni suoi storici personaggi comici come il candido di 'Un sacco bello' e 'Bianco, Rosso & Verdone', l’asfissiante preciso e logorroico di 'Bianco, Rosso & Verdone' e 'Viaggi di Nozze' e il grande volgare di 'Viaggi di Nozze'.
L'intento del regista e attore Verdone è quello di rispondere con affetto alle richieste dei tantissimi fans che desideravano poter rivedere ancora una volta le sue spassose caricature, curate ed astute macchiette specchio di classi e comportamenti sociali consolidati, lettura comica al contempo profonda e raffinata del popolo italico attraverso il vivido occhio divertente e divertito dell'amatissimo interprete italiano.
Purtroppo questa risposta cinematografica non è delle migliori, Grande Grosso e Verdone è un film abbastanza deludente che non riesce a raggiungere la piena sufficienza.
Il primo episodio riguardante la famiglia Nuvolone alle prese con il funerale della madre del protagonista Leo, interpretato da Carlo Verdone con Geppi Cucciari nelle vesti della moglie Tecla, è davvero imbarazzante, desolante nella sua povertà di spunti e contenuti, una storia mediocre dai dialoghi piatti e stancanti che non riesce a mettere a segno alcuna battuta, episodio tra l'altro affossato dal tragico doppiaggio dei due figli della coppia Clemente e Sisto ad opera dello stesso Carlo Verdone che non diverte risultando sconnesso e spezzato nei confronti delle rispettive interpretazioni dei due bambini.
Episodio mal riuscito e privo di inventiva piazzato volutamente ad inizio film per recuperare credito ed attenzione degli spettatori durante il prosieguo della pellicola.
Nel secondo episodio, nonostante a livello di storia, dialoghi e recitazione dei personaggi secondari il film si mantenga su livelli alquanto insoddisfacenti, Carlo Verdone si eleva decisamente diventando prorompente attraverso il personaggio di Callisto Cagnato, illustre e temuto professore universitario di storia dell’arte: interpretazione ricca di sfaccettature, curatissima, semplicemente ammirevole tra il riso e l'amaro, purtroppo non supportata minimamente dalla sceneggiatura che riesce a sfiancare con alcune infelici trovate come la candida figura di Lucilla (Martina Pinto) che diviene improvvisamente spietata ladra assassina in compagnia del figlio di Callisto, Severiano (Andrea Miglio Risi), personaggi tra l'altro malamente interpretati che rendono i non brillanti dialoghi ancor peggiori, a tratti insulsi.
Se il secondo episodio risulta quantomeno più apprezzabile del primo, Grande Grosso e Verdone offre il meglio con la sua terza storia, montata non a caso a conclusione della pellicola per addolcire lo spettatore sul finale a suon di risate.
Carlo Verdone porta sul grande schermo lo spassoso grande volgare Moreno Vecchiarutti, al suo fianco recitano il fondoschiena di Claudia Gerini nei panni della moglie Enza Sessa, Eva Riccobono, Roberto Farnesi e Emanuele Propizio.
La storia è semplice ed i meccanismi che scatenano la comicità ancor di più, eppure il terzo episodio offre quantomeno uno spaccato di commedia leggera, diverse battute più o meno azzeccate, uno smagliante Carlo Verdone a tratti irresistibile dopo aver retto praticamente da solo il secondo episodio grazie al personaggio di Callisto Cagnato ed aver assistito inerme alla debacle del primo, mediocre episodio.
Beninteso anche il terzo episodio non brilla di certo per trovate ed originalità, il ruolo del figlio Steven è costruito abbastanza male, eppure ci si diverte in compagnia del sempre grande, grandissimo Verdone che riesce a risollevare le sorti di un film che pur essendo comico riscuote purtroppo per circa due terzi di proiezione un desolante silenzio in sala.
VOTO: 5- |