ANNO:
U.S.A. 2003
GENERE:
Drammatico
REGIA:
Edward Zwick
CAST:
Tom Cruise, Ken Watanabe,
Tony Goldwyn, Hiroyuki Sanada, Billy Connolly, Masao
Harada, Koyuki, Togo
Igawa, Shin Koyamada, Timothy
Spall, Shichinosuke Nakamura, Shun Sugata, Seizo
Fukumoto, Darin Fujimori, William Atherton.
DURATA:
144 '
TRAMA:
Il
capitano Nathan Algren (Tom
Cruise) è un uomo
alla deriva. Le battaglie che un tempo ha combattuto
ora appaiono distanti e inutili. Ha rischiato la
vita per lealtà verso il suo paese, ma dagli
anni della Guerra Civile il mondo è cambiato.
Il pragmatismo ha preso il posto del coraggio, l'interesse
personale prevale sul sacrificio e il senso dell'onore
non esiste più, soprattutto nel West, che
conosce bene per aver combattuto sotto il Generale
Custer nelle guerre contro gli Indiani,
che lo hanno lasciato disilluso
e angosciato. Da qualche parte nelle spietate pianure
lungo le rive del Wahita, Algren ha
smarrito la sua anima. In
un universo distante, un altro soldato vede andare
in pezzi il suo mondo. E' Katsumoto (Ken
Watanabe),
l'ultimo erede di una dinastia di guerrieri, i
Samurai,
che hanno consacrato la loro vita al servizio dell'Imperatore
e del paese. Come la modernità ha stravolto
il West, espropriando e mettendo al bando i nativi
americani, così ha sopraffatto il Giappone
tradizionale. Le linee telegrafiche e ferroviarie
che hanno portato il progresso ora minacciano quei
valori e quei codici per i quali i Samurai si
sono sacrificati per secoli. Ma Katsumoto non
se ne andrà senza
lottare. Le strade di questi due combattenti si incontrano
quando
il giovane Imperatore del Giappone (Shichinosuke
Nakamura), lusingato dagli interessi degli
americani che vogliono imporsi sul
nuovo mercato, affida a Algren il
compito di istruire un nuovo esercito di leva. Ma
quando i consiglieri
dell'Imperatore, su tutti l'arrivista e spietato Ohmura (Masao
Harada), tentano di eliminare i
Samurai per
aprire la strada ad un
governo
occidentalizzato
ed aperto al commercio e all'inevitabile scambio
di usi, costumi e tradizioni, lo stesso Algren si
ritrova
inaspettatamente
affascinato e
influenzato dalla forza delle loro convinzioni, che
gli ricordano l'uomo che era un tempo. In una terra
sconosciuta e dura, con la sua vita e forse la sua
stessa anima sospesa ad un filo, il
soldato americano si trova al centro di una violenta
ed epica lotta tra due epoche e due mondi, guidato
solo dal suo senso dell'onore...
GIUDIZIO: L'Ultimo Samurai, recente
fatica del "Golden Boy" di
Hollywood Tom
Cruise, è un
film epico ed affascinante che eppure
soffre delle proprie ambizioni non riuscendo
a mantenere tutte le pretese iniziali.
Lodevole l'immersione nella splendida
cultura orientale del Giappone e
nell'esaltazione dei profondi valori
dell'arte del Bushido quali
onore, coraggio, onestà e
spirito di sacrificio, si tratta tuttavia
di un viaggio superficiale, sicuramente
adatto allo scopo, ma che non può e
non riesce a descrivere compiutamente
usi, costumi e tradizioni appartenenti
alla storia di una terra e di un popolo
unico al Mondo. Diretta da Edward
Zwick,
popolare ed acclamato sia come produttore
che come regista (Oscar per la produzione
di "Shakespeare in Love" del
1998 e Nomination per "Traffic" del
2000), non nuovo nel dirigere pellicole
fastose ed eroiche quali "Glory
- Uomini di Gloria" (1989) e pregne
di sentimenti quali "Vento di Passioni
- Legends of the Fall" (1994) ed
abile nel fondere compiutamente il pathos
dei campi di battaglia con il dramma
interiore vissuto dal protagonista, la
pellicola si avvale di un eccellente
cast tecnico completato dallo sceneggiatore
John Logan (Nomination
all'Oscar per "Il
Gladiatore" e autore del prossimo "The
Aviator" di Martin Scorsese con
Leonardo di Caprio), il direttore della
fotografia John Toll (Premio
Oscar nel 1995 con "Vento di passioni" di
Edward Zwick e nel 1996 con "Braveheart" di
Mel Gibson), la scenografa Lilly
Kilvert (Nomination
all'Oscar per "Vento
di passioni"), montaggio effettuato
da Steven Rosenblum (due
candidature agli Oscar per "Braveheart" di
Mel Gibson e "Glory - Uomini di
gloria"), costumi curati da Ngila
Dickson (Nomination all'Oscar
per l'incredibile guardaroba curato nella
trilogia de "Il
Signore degli Anelli" di Peter Jackson,
in particolare nel primo Episodio) e
colonna sonora, la centesima, curata
dal grande compositore Hans Zimmer (Oscar
per "Il Gladiatore" e cinque
Nominations per "Rain Man", "Qualcosa è cambiato", "La
sottile linea rossa", "Uno
sguardo dal cielo" e "Il principe
d'Egitto", all'opera anche in "A
spasso con Daisy", "Mission:
Impossible 2", "La strada per
Eldorado", "Green Card", "Spirit:
Stallion of the Cimarron", "Allarme
rosso", "The Rock", "Pearl
Harbor" e il recente "Il Genio
della Truffa - Matchstick Men").
Ed è forse proprio questo il più grande
limite de L'Ultimo Samurai:
la pellicola è succube
delle proprie ambizioni, purtroppo in
parte irrealizzate, risultando a tratti
inevitabilmente pomposa, teatrale ed
eccessivamente forzata verso toni aulici
e leggendari che non le competono, specialmente
nella realizzazione di un finale così finto
ed irritante, visti i precedenti risvolti
della trama, da influenzare negativamente
il giudizio sull'intera opera. Così come
non tutte le ciambelle vengono col buco,
si deve accettare che non tutte le scene
di battaglia possano riuscire avvincenti
ed emozionanti come in "Braveheart",
non tutte le gesta narrate possano essere
eroiche e memorabili come quelle de "Il
Gladiatore" e non tutti i viaggi
culturali possano trasmettere realismo
e fascino come in "Balla coi lupi".
L'Ultimo Samurai, è bene
sottolinearlo, resta comunque qualcosa
più di
un buon film, particolarmente curato
ed avvincente nelle scene d'azione durante
l'assalto a Katsumoto (è un
vero peccato che le battaglie non siano
curate
come questo splendido episodio...)
ed ammirevole nel regalarci uno scorcio
di storia, paesaggi, tradizioni e valori
del meraviglioso Giappone. E veniamo
ai due protagonisti principali, i freschi
nominati ai Golden Globes Tom
Cruise e Ken
Watanabe (Katsumoto):
affiancati da celebri attori nippo quali Masao
Harada nel
ruolo di Ohmura e Hiroyuki
Sanada nei
panni del fiero Samurai
Ujio, oltre
che dalla bella modella Koyuki (Taka), Tom Cruise e Ken
Watanabe con le loro
ottime ed intense interpretazioni rappresentano
la vera anima del film, forti, leali,
coraggiosi e pronti a difendere i valori
in cui credono (o in cui crederanno)
fino alla morte. Tom Cruise si è preparato
duramente per 4 mesi al ruolo del capitano
Nathan Algren, prima soldato
e poi Ultimo
Samurai (fughiamo ogni vostro
dubbio confermandovi che L'Ultimo
Samurai a
cui accenna il titolo è proprio
impersonato da Nathan Algren
- Tom Cruise e
non da Katsumoto
- Ken Watanabe...),
tuttavia le continue bordate anti-americane
della pellicola, ad esempio l'attacco
al mitico Generale Custer definito << un
assassino innamorato della propria leggenda >>,
non crediamo gli possano assicurare grandi
trionfi personali per quella che comunque
non è di certo la sua miglior
prova. L'Ultimo Samurai affronta
temi forse universalmente stereotipati,
comunque
sempre toccanti ed appassionanti, meritevoli
di essere vissuti nel buio silenzioso
di una sala.
VOTO: 8-
INTERPRETI
Tom
Cruise: 8,5 Ottima
prova per uno degli attori più amati al mondo,
capace di trasformare ogni sua
pellicola
in un
successo.
Ken
Watanabe: 8 Forte
personalità ed espressioni intense.
Tanti consensi e critiche
favorevoli per un interprete che Hollywood vorrebbe
tenersi stretto e riproporre presto.
CRITICA a
cura di Giuseppe Ferro:
Preceduto da un battage pubblicitario massiccio,
arriva da noi il nuovo film interpretato da Tom
Cruise, qui anche in veste di produttore.
La storia è presto
detta. Nel 1870, il capitano Nathan Algren (Tom
Cruise), è assoldato
dall'imperatore giapponese Meiji (Shichinosuke
Nakamura) per addestrare il primo esercito
regolare del Giappone, armato
dagli Stati Uniti con baionette e cannoni, contro
l'ultimo sparuto gruppo di Samurai che
si oppone con decisione alla modernizzazione del
proprio paese a scapito delle antiche tradizioni
che ne avevano scandito la storia. Nel primo scontro
tra i due schieramenti hanno la meglio i Samurai guidati
da Katsumoto (Ken
Watanabe) e
lo stesso Algren viene fatto prigioniero.
Durante il periodo di prigionia, trascorso presso
il villaggio comandato
dal giovane figlio di Katsumoto,
Nathan entrerà in
contatto con i profondi sentimenti dell'onore e
dell'arte della guerra coltivati da ogni Samurai,
tanto sconosciuti quanto affascinanti. Escludendo
la parte iniziale, con il combattimento nel bosco,
e la parte finale, anche qui un altro combattimento,
il film perde qualcosa nel raccontare il periodo
della prigionia di Algren, troppo
descrittivo e didascalico, e in alcuni dialoghi
fin troppo scontati
e retorici. È nelle scene di combattimento
sanguinarie, crude e violente, che dobbiamo quindi
cogliere la parte più interessante dell'opera,
che Cruise cerca in tutti i modi
di accostare (riuscendoci ???) ad un'altra pellicola,
"Il Gladiatore", celebre trionfatore alla notte
degli Oscar: non a caso uno degli sceneggiatori
(John
Logan)
e il compositore delle musiche (Hans Zimmer)
sono gli stessi. Prolisso, la pellicola dura quasi
due
ore e mezza, e tuttavia mai noioso grazie all'interpretazione
convincente di Cruise e a quella,
a nostro avviso superiore, di Watanabe,
il film riesce nel tentativo di coinvolgere lo
spettatore nel desiderio di conoscere
più da vicino il mondo dei Samurai,
del suo codice millenario e della sua storia, ma
affrontato
con uno sguardo fin troppo superficiale e che non
chiarisce i dubbi che sorgono durante la visione
del film. L'intento principale probabilmente
non era questo, quanto piuttosto una critica velata
al colonialismo americano che
tenta di imporre i propri ideali e le proprie leggi
anche laddove
non se ne sente il reale bisogno. Questa critica,
come altre disseminate qua e là nel corso
della trama, non sono mai stoccate decisive, ma
piuttosto timidi accenni, giusto per non turbare
troppo (???) lo spettatore. Se la produzione avesse
affidato la regia ad un regista meno "arruginito",
per carità Edward Zwick fa
il suo dovere ma il suo ultimo film, "Attacco
al Potere",
risale al 1999, forse il risultato sarebbe stato
diverso. Giuseppe
Ferro
VOTO: |