GIUDIZIO: Remake di un horror cinese di successo diretto dai fratelli thailandesi Danny e Oxide Pang, The Eye esce dai confini del terrore per approdare sulla sponda del thriller malamente realizzato. David Moreau e Xavier Palud mettono in scena una regia mediocre, che emerge specialmente nella seconda parte della pellicola, a fronte di una storia sconnessa priva di un motivo scatenante plausibile che doni verosimiglianza all'opera.
Sydney Wells, interpretata dalla ammaliante ed in gamba Jessica Alba che probabilmente ha assorbito quasi da sola il budget della pellicola rimanendo di fatto unico motivo valido per assistere alla visione di questo lungometraggio, è una donna raffinata ed indipendente, violinista d'orchestra a Los Angeles. Cieca fin dalla tenera età a causa di un tragico incidente, Sydney riceve un doppio trapianto di cornea: da allora inizia a scorgere terribili immagini disturbanti che la spingono ad indagare per scoprire il torbido passato del donatore degli occhi.
Rimane ignoto il motivo per cui Sydney Wells, profondamente legata dalla memoria genetica delle cornee alla defunta Ana Christina Martinez (Fernanda Romero), riviva il passato di alcuni tragici eventi che non sono assolutamente collegati nè a lei nè ad Ana Christina come le morti al ristorante incendiato, nè il motivo per cui Ana Christina debba redimersi attraverso Sydney e come dovrebbe eventualmente trovare la pace, ed ancora appare straniante ed indecifrato il motivo per cui ogni morte dovrebbe essere accolta da mostruose creature oscure e soprattutto il perchè i defunti, in maniera indefinita, non dovrebbero trovare il loro eterno riposo alla morte e, in tal caso, come potrebbero o meno trovare la pace.
The Eye ci propone una sceneggiatura francamente assai debole dalla fragilità imbarazzante, gli strumenti della suspense utlizzati sono pochi ed insufficienti, limitandosi essenzialmente ad ombre improvvise e visioni estremamente sgranate, sostenuti da meri stereotipi abusati come corridoi vuoti e labirintici, piani d'ospedale casualmente deserti, case abbandonate e porte illuminate dall'esterno investite dall'immancabile fumo che entra dalle fessure, ma quel che è più risibile è che la nostra bella Jessica Alba vada sempre e volontariamente incontro al pericolo, per poi chiaramente fuggirne terrorizzata. L'unico breve momento di pathos è suscitato da una creatura fantasma, mostruosa nella sua indefinitezza, che vola a pochi centimetri d'altezza all'interno di un ascensore claustrofobico.
Jessica Alba si conferma attrice più che valida e ricca di emotività cercando di fare quel che può, tuttavia nemmeno una star del suo livello può sorreggere un finale così banale e nonsense chiuso da un pre finale costruito pessimamente e caratterizzato da effetti visivi mediocri.
Il sorriso della sorella Helen, interpretata da Parker Posey che affianca Alessandro Nivola nelle vesti di un character scritto in maniera imbarazzante, che applaude felice ed entusiasta davanti alla sorella tragicamente ritornata cieca che si esibisce al violino durante un importante concerto conclude nel peggiore dei modi questo thriller mal riuscito dalle poche possibilità.
VOTO: 5- |