ANNO:
Italia / Francia 2004
GENERE:
Drammatico
REGIA: Valeria
Bruni Tedeschi
CAST:
Valeria Bruni Tedeschi, Chiara
Mastroianni, Jean Hugues
Anglade, Denis Podalydes, Roberto Herlitzka, Marisa
Borsini.
DURATA:
100 '
VISITA
IL SITO
TRAMA:
Federica (Valeria Bruni Tedeschi) è talmente
ricca che questo privilegio le impedisce di condurre
normalmente la sua vita da adulta, di assumersi responsabilità
e conseguenze della propria quotidianità: le aspettative
del fidanzato, che vorrebbe costruire una famiglia,
il ritorno inatteso di un vecchio amante, i conflitti
con una famiglia completamente scollata dalla realtà e
destabilizzata dall'annunciata, e ormai imminente,
morte del padre. Schiacciata da un'eredità in
arrivo, da questi rapporti complicati con le persone
che la circondano e da un senso di colpa lancinante,
Federica cerca conforto in un mondo immaginario...
CRITICA
a
cura di Gianni Merlin:
Dalle interviste di rito sembra che l'esordio dietro
la macchina da presa abbia rappresentato per Valeria
Bruni Tedeschi quasi una prova terapeutica
personale, un percorso interiore di consapevolezza
e sicurezza,
un esame di crescita che essa stessa ha riconosciuto
fondamentale per capire che << ci si
può divertire
anche invecchiando >>: anche le star
hanno dei grossi problemi nell'affrontare la dura
vita di tutti
i giorni... Non ci poteva essere materia migliore
per un'introspezione psicologica così forte
che ripercorrere e riprodurre le proprie vicissitudini
e quelle della famiglia di appartenenza, che le cronache
di quei giorni hanno posto alla ribalta: i genitori,
ricchi imprenditori, fuggono in Francia dall'Italia
terrorista dei '70 proprio per timore di
attentati verso le due giovani figlie. E' subito evidente
che
si tratta di un ritratto di una famiglia del tutto "sui
generis", superborghese con i complessi di colpa
derivati dalla notevole ricchezza (da cui il titolo
del film) e tutti i vizi di un nucleo profondamente
lontano dal comune senso della realtà: lo sfasamento
sociale e le derivanti nevrosi di tale contesto familiare,
che oggettivamente potevano rappresentare un aspetto
di marginale interesse per la pellicola, vengono proiettate
come tema principale dalla giovane neoregista che
narra in modo stilisticamente e narrativamente convincente
le stravaganti vicende dei propri cari, alternando
toni che passano dal dolce (la rappresentazione della
malattia del padre) al crudele (sarebbe curioso sapere
che tipo di giudizio possa aver dato Carla
Bruni a
proposito dell'interpretazione che di lei fornisce
una magra, tossica e alienata Chiara Mastroianni),
il tutto sovrastato da un'aria di profonda ironia
e gioiosità. Spesso, in effetti, questo godevolissimo
film diventa comico in quanto di frequente emerge
un autocompiacimento nel mettere alla berlina tutto
lo strano mondo in cui la Bruni è vissuta,
atteggiamento grazie al quale emergono esilaranti
gag nonsense molto divertenti; a volte l'effetto è addirittura
surreale, per esempio quando vengono rappresentati
alcuni strampalati sogni/visioni degni dello stile
alla MTv. Proprio tale livello di tono è la
qualità migliore della pellicola che riesce
brillantemente a rimanere a galla anche per la linearità del
racconto. La narrazione è impostata su un doppio
binario: le vicende di Valeria, Carla e il fratello,
già stupido da bambino, che da piccoli giocano
e scherzano correndo per ville antiche si intrecciano
come si suole dire in questi casi senza confine di
sorta con gli amori e le relazioni oramai adulte della
Bruni Tedeschi, tanto che sorge un dubbio su tanta
bontà d'autore alla prima prova, dubbio che
un pò viene svuotato quando nei titoli di coda
si riconosce l'aiuto del buon Calopresti alla sceneggiatura. Gianni
Merlin - lug71@katamail.com
VOTO:
7
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