ANNO:
Italia 2004
GENERE:
Drammatico
REGIA:
David Grieco
CAST:
Malcolm McDowell, Marton Csokas, Frances Barber, Ronald
Pickup,
Vernon Dobcheff, John Benfield.
DURATA:
106 '
TRAMA:
Fine Anni '80 - l'ex Unione
Sovietica è sconvolta
dal "Mostro della Striscia di Bosco" o "Mostro
di Rostov", il misterioso e disumano psicopatico
reo di aver violentato, ucciso e divorato più di
cinquanta ragazzini. Il caso viene affidato al giovane
magistrato Vadim Timurovic Lesiev (Marton Csokas): a lui l'incarico
di stanare il Mostro, Andrej Romanovic (Malcolm
McDowell) alias Evilenko,
insegnante di Storia Russa in un orfanotrofio di Mosca...
CRITICA
a
cura di Gianni Merlin:
L'obiettivo
dell'opera prima di David Grieco consiste in un appassionato
e riuscito tentativo di porre i fanali accesi sul
sempre più attuale problema della pedofilia,
attraverso la rievocazione del cosiddetto da noi in
Italia "Mostro di Rostov", che dalle recenti
interviste sembra aver stregato Grieco, più per
l’aspetto della curiosità di conoscenza
che per quello della comprensione. Proprio lo scomodo
e difficile argomento trattato presumiamo (purtroppo)
allontani dai riflettori della ribalta questo bel
film, che certo scava dentro le psicosi e i folli
gesti di questo anziano russo degli Anni '80, ma senza
mostrare le efferatezze, lasciando spesso intuire
o intravedere, e soprattutto gestendo l’iter
narrativo in modo intelligente, introducendo toni
da detective story con l'incedere del racconto. In
effetti, meriterebbe il successo e la visione di un
pubblico molto ampio una pellicola che racconta tra
l'altro un pezzo della storia moderna, già dimenticata,
della fine del comunismo e del concetto di malattia
all'interno del regime sovietico, dove la mancanza
di trasparenza e di diffusione di informazioni rese
difficile l’opera di individuazione del pluriomicida.
Al di là quindi dei meriti di Grieco legati
all'impostazione della pellicola, altri due elementi
contribuiscono alla buona riuscita del film. Il primo è senza
dubbio la magica interpretazione di Malcolm
McDowell nei panni del serial killer: il signor Evilenko che
ne esce è quanto di più malato e torbido,
ripugnante e allo stesso tempo intenso possa essere
conglobato all'interno di un unico corpo umano, le
cui fattezze peraltro vengono ben mostrate nella pellicola. McDowell va al di là di una mera immedesimazione
peraltro improbabile del ruolo, ma lo "interpreta",
con i gesti a volte dolci, a volte disperati e con
gli sguardi, allucinati e ipnotici, delineando nello
spettatore in modo convincente l'idea della malattia
di cui era affetto, quindi facendo emergere la possibilità di
considerare Evilenko un caso patologico da studiare,
più che mostro da odiare (questo, a ben vedere, è il
desiderio di Grieco). L'altro aspetto cruciale per
cui vale la pena vedere (ascoltare) il film sono le
musiche di Angelo Badalamenti, anche queste ipnotiche
e avvolgenti: il tema, se mai ne esiste uno, si ripete
all'infinito, con sonorità molto affini a quelle
oramai famosissime di "Twin Peaks", ma proprio
l'iterazione di questi suoni bassi e continui crea
dimensioni di volta in volta sempre più di
angoscia e rappresentano, al di là delle immagini,
forse l'aspetto che incute il più alto senso
di paura di tutto il film, destinato ad essere un
piccolo caso cinematografico di questa fine stagione. Gianni
Merlin - lug71@katamail.com
VOTO:
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