ANNO:
U.S.A. 1961
GENERE:
Horror
REGIA: Roger
Corman
CAST:
Vincent Price, John Kerr, Barbara
Steele, Luana
Anders, Antony Carbone, Patrick Westwood,
Lynette Bernay, Larry Turner, Mary Menzies, Charles
Victor.
DURATA:
80 '
VISITA
IL SITO
TRAMA:
Nicholas Medina (Vincent
Price),
nobile spagnolo del '500
figlio di un grande inquisitore, vive nel dolore
per la perdita della moglie Elizabeth (Barbara
Steele)
e nel terrore di averla sepolta viva. Francis
Barnard (John
Kerr), il fratello di lei,
giunge dall'Inghilterra per indagare, ma ciò che
scoprirà sarà ben diverso da quanto
creduto da tutti. Perché l'eredità del
grande inquisitore è ben lungi dall'essersi
consumata...
CRITICA a
cura di Francesco
Bristot:
Secondo degli otto film che Roger
Corman ha girato negli Anni '60 traendo spunto
dalle storie di Edgar Allan Poe, è uno
dei più riusciti. Il regista si
circonda come al solito dei suoi abituali
collaboratori, il che dà un tocco
unitario di omogeneità al ciclo.
Richard Matheson, il famoso scrittore
mille volte saccheggiato dal cinema (da "Duel" di
Steven Spielberg a "Echi mortali" di
David Koepp), si occupa in sede di sceneggiatura
della traduzione per il grande schermo
degli incubi di Poe, rimpolpando la storia
dove sia troppo scarna o rendendo manifesto
ciò che sulla pagina scompare
fra le righe. Anche in questo caso del
racconto originale rimane la lunga tortura
del pendolo, ma gli intrighi amorosi
sono frutto della sua mente. Daniel
Haller,
scenografo, e Floyd Crosby, direttore
della fotografia, lavorano assieme per
immergere questi film in atmosfere decadenti,
dal barocco al neogotico, ricche di colori
e in alcuni momenti quasi psichedeliche.
Indimenticabili le candele purpuree o
la ripresa dal basso dei torrioni del
castello (sempre lo stesso!) presenti
in tutti i film. Considerando i pochi
mezzi e il breve tempo a disposizione
(si tratta di pellicole girate con cifre
irrisorie), il loro lavoro rimane un
altissimo esempio di artigianato creativo.
Autore della colonna sonora è Les
Baxter, le cui composizioni non particolarmente
originali sono efficaci in questo film
ma non altrettanto in altre pellicole,
dove alla lunga risultano stucchevoli.
Se tutti questi elementi, uniti all'esperta
regia di Corman, sempre in bilico tra
raffinato manierismo e autentici colpi
di genio, già basterebbero a rendere
interessante la pellicola, il vero pilastro
portante rimane comunque il veterano
Vincent Price. Interprete di ben sette
degli otto titoli (solo in "Sepolto
vivo" è sostituito da Ray
Milland), è entrato di merito
nella storia del cinema. Sempre sopra
le righe, sempre palesemente teatrale,
eppure così perfetto nel suo istrionismo
per rendere evidenti le stranianti angosce
tutte psicologiche dei personaggi di
Poe. Quando, verso la fine del film,
lo spirito del crudele inquisitore entra
in lui, il lampo di luce che gli si accende
negli occhi e gli stravolge l'espressione
in un ghigno diabolico è un momento
di grande, grande cinema. Un classico
da riscoprire, quindi, per rendersi conto
di un momento d'oro del cinema horror
(contemporaneamente in Inghilterra impazzavano
infatti le pellicole della Hammer
Film,
con Christopher Lee e Peter
Cushing)
cui tuttora gran parte del cinema fantastico è debitore:
da Tim Burton, che lo dichiara apertamente
e ne rende omaggio in "Edward Mani
di Forbice" (ultima apparizione
di un già malato Vincent
Price)
e ne "Il mistero di Sleepy Hollow",
a Francis Ford Coppola e Joe
Dante, i
quali si fecero le ossa proprio nella "factory" di
Roger Corman. Francesco
Bristot -
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VOTO:
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