ANNO: Gran Bretagna 2006
GENERE: Drammatico
REGIA: Jeremy Brock
CAST: Rupert Grint, Julie Walters, Laura Linney, Michelle Duncan, Nicholas Farrell, Oliver Milburn, Jim Norton, Tamsin Egerton, Rose Keegan.
DURATA: 98 '
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TRAMA: Ben (Rupert Grint) ha 17 anni e viene da una famiglia rigida e tradizionalista. Sua madre Laura (Laura Linney) è una donna molto religiosa che lo controlla da vicino mentre suo padre Robert (Nicholas Farrell), un pastore protestante, vive in un mondo tutto suo. Le vacanze estive di Ben non si prospettano molto divertenti neanche quest'anno. Mentre i suoi coetanei escono e si divertono, lui trascorre il suo tempo libero tra il catechismo, le rigide lezioni di guida che gli impartisce sua madre e il volontariato in un centro anziani. Un giorno, però, Ben risponde ad un'inserzione di lavoro pubblicata sul giornale della parrocchia e la sua vita cambia. Viene assunto da Evie (Julie Walters), attrice in pensione, una donna volgare che il ragazzo non avrebbe mai pensato di conoscere, che gli stravolge l'esistenza con la forza di un uragano mettendelo nei guai con sua madre. Il timido e impreparato Ben si troverà a dover affrontare situazioni impreviste, imparerà a campeggiare, troverà il coraggio di declamare Shakespeare in giardino e, senza aver conseguito la patente, guiderà la macchina fino ad Edimburgo dove parteciperà al Festival e conoscerà una ragazza straordinaria, Bryony (Michelle Duncan)...
CRITICA a cura di Olga di Comite: Presentato alla Festa di Roma, sezione "Alice nella città", opera di un esordiente, eccoci all’ennesima educazione sentimentale e umana, unita alla metafora, ormai abusata, del viaggio. A fare da levatrice alla liberazione dell’adolescente di turno è questa volta Evie, un’anziana amica, che con la sua vena di follia e di inesausta voglia di vivere, convince il pupo alla ribellione nei confronti di una ipocrita mamma e uno scolorito papà pastore protestante. Si pensa subito ad "Harold e Maude" o al recente efficacissimo "Crazy", ma il livello è diverso, pur non mancando il regista di una certa grazia nel raccontare e descrivere la routine di un’educazione repressiva in ambienti chiusi e retrivi. La mano dell’autore risulta efficace soprattutto quando tratteggia il ritratto dell’anziana attrice, ormai in declino, sboccata ed anticonformista, che trova nel ragazzo goffissimo e anonimo una compagnia alle sue solitudini. Forse perché Brock attinge a una sua esperienza personale, è questo il personaggio più riuscito, specialmente nella seconda parte, più convincente e sfumata. Il giovanissimo Ben (Rupert Grint, amico di Harry Potter in tante storie) appare invece immoto e inespressivo in maniera eccessiva ed anche Laura Linney (la castigata e falsa madre) non è nella sua forma migliore. L’incontro del ragazzo con Evie (Julie Walters) è di quelli che segnano e insegnano nella vita. Nel breve viaggio con la sua datrice di lavoro, Ben incontra l’arte, l’amicizia, l’amore con una coetanea di Edimburgo. Per lui la crescita, per l’attempata e vivace attrice un secondo momento di giovinezza. Uniti dall’interesse per la scrittura e la poesia, i due scoprono che non ci sono confini generazionali che impediscano al dialogo di sbocciare, pur con esperienze diversissime. E alla fine del film (sottolineato dalla musica trascinante del complesso "Salsa celtica"), l’irrompere di Evie nel luogo dove si svolge la recita parrocchiale a cui Ben partecipa per volere della madre, segna il distacco e il taglio del cordone ombelicale per il ragazzo. D’ora in avanti farà scelte sue, assumendone la responsabilità. Se a ciò si aggiunge un rapporto ritrovato col debole padre, finalmente divorziato dalla moglie adultera e baciapile, siamo al lieto fine. Peccato che nella realtà odierna le maturazioni giovanili si trascinino per anni, spesso sfociando nel precariato, nel disinteresse politico, nel ritorno a protettivi affetti familiari, veri o falsi che siano. Di Evie nella vita quotidiana se ne incontrano sempre meno e tutt’al più si aspira a conoscere un agente televisivo che ti raccomandi per sculettare senza ballare, per parlare senza comunicare, per cantare senza amare la musica... se va bene! Olga di Comite
VOTO:
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