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RECENSIONE FILM MADAGASCAR

MADAGASCARANNO: U.S.A. 2005

GENERE: Animazione

REGIA: Eric Darnell, Tom McGrath

CAST: Alex il leone (Ben Stiller, Ale alias Alessandro Besentini), Marty la zebra (Chris Rock, Franz alias Francesco Villa), Melman la giraffa (David Schwimmer, Fabio De Luigi), Gloria l'ippopotamo (Jada Pinkett Smith, Michelle Hunziker), Cedric the Entertainer, Sacha Baron Cohen.

DURATA: 80 '

TRAMA: Nello zoo di New York vivono quattro amici Alex il leone, Marty la zebra, Melman la giraffa e Gloria l'ippopotama. Marty la zebra, nel giorno del suo decimo compleanno, comincia a sentire una fortissima attrazione per la natura e decide di scappare dallo zoo. I suoi tre amici la seguono dando il via ad inaspettate, spericolate e divertentissime avventure in libertà... "Mi piace se ti muovi!"

CRITICA a cura di Chiara F.: L'ultima fatica Dreamworks ci mostra un gruppetto di animaliumani imbolsiti, snaturati, compiaciuti e illustri protagonisti di un Grande Fratello eterno. Un leone, un zebra, un giraffo e un'ippopotama si aggirano in una city posticcia, tra show gloriosi di sè e pochi rimpianti. I rimpianti vengono dal "cervello" del gruppo, come di consueto, dalla pulce errante sotto forma di zebra che tanto ricorda il petulante ciuchino di Shrek.
Secondo il classico "attento a desiderare: il tuo desiderio potrebbe avverarsi", il gruppo viene catapultato nell'amata odiata naturalità, complici i tempi ipocritamente ambientalisti. Su di un isola che sembra troppo piccola e troppo ben definita i quattro amici scoprono la ferinità perduta, con evidente sconcerto, e con una sofferenza intensa e stemperata dagli ammiccamenti di quella comicità adulta che pervade i cartoon digitali come una vecchia formula. La parodia di un mondo lontano da quello "reale" per i protagonisti prende di mira un'ipotetico mito del buon selvaggio, deridendo gustosamente una comunità sovrappopolata di lemuri discotecari e drogati di reteirate idiozie, che si concretizzano in un tormentone di sicuro effetto. I nemici sono meno tratteggiati, somigliano alle iene sconclusionate del re leone e colpiscono per sgradevolezza più che per crudeltà.
Il re leone in questione, la superstar Alex che incede fluttuante di pixel e peli, si ritrova smarrito e vittima della sua natura killer, nelle esilaranti scene che lo vedono immaginare amici e compari come succulente bistecche, che parlano a bocca protesa e lo ricoprono come i petali (con tanto di musica fluttuante) che incorniciavano le fantasie di Kevin Spacey in "American Beauty". Altro riferimento filmico, e altre bizzarrie gustose come la vecchietta energica e i pinguini sfortunati, ma tutto un po' lasciato in abbozzo, con un finale amarissimo senza esserlo nè disturbare nessuno, se non per la sua furiosa rapidità. Si critica l'omologante come il richiamo ad una "vera natura", che può far del male e rischia di far regredire, ci si butta a capofitto nello smarrimento dato dalla sostanziale inesistenza di questa "natura", che può appellarsi solo a sbiaditi ricordi, a calchi di istinti altrui che somigliano a droghe. Però nell'omologante si ricade, con la martellante canzoncina che annuncia la velocissima "fine". Chiara F.
VOTO: 5,5

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