ANNO:
U.S.A. 2004
GENERE:
Drammatico
REGIA: Patty
Jenkins
CAST: Charlize
Theron, Christina Ricci, Bruce
Dern, Scott Wilson,
Lee Tergesen,
Pruitt Taylor Vince, Annie Corley, Marco St. John,
Bubba Baker, Marc Macauley, Brett Rice, Robb Chamberlain,
Ed Donovan, Chandra Leigh, Catherine Mangan, Christian
Stokes, Tim Ware.
DURATA:
96 '
TRAMA:
Tratto dalla vera storia di Aileen Wuornos,
la prima serial killer donna della storia - Aileen
(Charlize Theron),
una ragazza come tante che nutre l'enorme bisogno
di essere amata
da una società che invece la respinge, si
mantiene prostituendosi: commette il suo primo omicidio
per legittima difesa. La vittima è un cliente
53enne che le stava usando violenza. Questo tentato
stupro scatena in lei una reazione a catena che la
spinge a commettere altri omicidi. L'unica speranza
di redenzione, in quella che sembra una discesa all'Inferno
senza ritorno, è Selby (Christina
Ricci),
l'unica persona che vede Aileen per
quello che è:
ovvero una ragazza indurita dalla vita che chiede
solo di essere amata, di essere considerata speciale.
La relazione tra le due è l'unico punto fermo
nella vita di Aileen che però non
smette né di
prostituirsi né di uccidere. Selby è all'oscuro
di tutto, mentre i media cominciano a dare sempre
maggiore risalto alla catena di delitti con lo stesso
comune denominatore. Quando Aileen verrà fermata
dalla polizia, saranno 7 gli omicidi commessi. La
donna diventerà il
centro dell'attenzione mass-mediatica come la
prima donna serial killer della storia ma
avrà anche definitivamente perso Selby. Aileen
Wuornos viene giustiziata mediante iniezione
letale alle 9:47 del 9 ottobre 2002, in Florida.
CRITICA a
cura di Olga
di Comite:
La narrazione è ispirata a
una vicenda vera, quella di Aileen
Wuornos detta Lee,
una prostituta autrice di molti omicidi
e poi uccisa
con una
iniezione letale nel 2002, dopo aver
trascorso dodici anni nel braccio della
morte in Florida.
Pur con qualche eccesso sentimentale,
la regia risulta stringente
e asciuttamente violenta, di un realismo
mutuato dal nuovo cinema indipendente
made in Usa. E' inoltre chiaro quale
sia la posizione di Patty Jenkins riguardo
al suo personaggio, sentito più come
vittima che carnefice e che come tale
viene presentato. Una perdente preda
di violenza e abusi sin da piccola,
odiata e respinta da un contesto che
non l'ha mai capita: non stupisce quindi
che il soggetto abbia sviluppato una
psicopatia senza limiti, volta ad espellere
tutto l'odio covato nella sua vicenda
personale. Dove cominciano e dove finiscono
le responsabilità collettive
e quelle individuali in questi casi,
ogni spettatore giudicherà secondo
coscienza. Il buono del film è anche
dovuto all'interpretazione di Charlize
Theron che, imbruttita, appesantita,
con falsi dentoni, pelle a chiazze
e andatura da camionista perennemente
ubriaco, regala al suo personaggio
una forza di realtà difficile
da dimenticare. Mi pare quindi abbastanza
giusto l'aver riconosciuto con tre
prestigiosi premi, l'Oscar,
il Golden
Globe e l'Orso d'Oro a Berlino,
lo sforzo dell'attrice che
ha studiato a lungo nella gestualità,
nello sguardo e in tutti i particolari,
la vera Lee così come
compare in un documentario di N.
Broomsfield.
E veniamo ai fatti. Aileen (Charlize
Theron) é sul punto
di porre fine alla sua esistenza miserabile
quando incontra una giovane lesbica Selby (Christina
Ricci), della quale
si innamora contro ogni sua aspettativa.
Verso di lei Lee sviluppa immediatamente
un gran senso di protezione; per conquistarla
batte la strada tutta la notte, avendo
bisogno di soldi per portarla in un
hotel. S'imbatte così in un
cliente particolarmente sadico e violento
che la picchia e la tortura, spingendola
a reagire, uccidendolo. Comincia così la
spirale che le armerà la mano
più e più volte con emotiva
ma ostinata determinazione, visto che
la ripugnanza per il suo mestiere e
per gli uomini che incontra è giunta
al limite. Del resto Lee non ha alternative
perché il tentativo di risalire
la china e trovare un lavoro si dimostra
il sogno di una mitomane ingenua e
un po' gradassa, ben presto frustrato
dalla realtà. Comincia così a
vacillare anche l'interesse e la stima
di Selby nei suoi confronti, pur essendo
ormai le due donne legate da un destino
che sembra travolgerle entrambe. Ma
sarà la giovanissima a salvarsi
mentre Lee toccherà il fondo.
In quanto al titolo del film, ciascuno
potrà identificare il suo mostro
in una o diverse entità: non
c'è che l'imbarazzo della scelta! Olga
di Comite
VOTO: |