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RECENSIONE FILM NON TI MUOVERE

NON TI MUOVEREANNO: Italia 2003

GENERE: Drammatico

REGIA: Sergio Castellitto

CAST: Sergio Castellitto, Penelope Cruz, Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Marco Giallini, Pietro De Silva, Vittoria Piancastelli, Elena Perino, Renato Marchetti, Lina Bernardi, Gianni Musy.

DURATA: 125 '

TRAMA: Una giornata di pioggia, uno stop non rispettato, una ragazza di quindici anni che frena, scivola e cade dal motorino. Una corsa in ambulanza verso l'ospedale. Lo stesso in cui il padre lavora come chirurgo. Mentre un collega opera sua figlia, Timoteo (Sergio Castellitto) rimane in attesa. Nel terrore dell'evento estremo, racconta, getta la sua maschera di fermezza e cinismo, di padre e marito modello, per svelare un'immagine di sé straniata e violenta. Nella speranza di poter barattare le parole con il silenzio del coma, la morte con la vita, rivela, in un immaginario dialogo con la figlia, un segreto doloroso: la storia, dall'apparenza squallida, di un amore extraconiugale potente e viscerale. Ed ecco apparire un'estate arroventata di tanti anni prima, una squallida periferia urbana, una donna docile e derelitta, con un nome spropositato, Italia (Penelope Cruz)...

CRITICA a cura di Gianni Merlin: La visione di Non ti muovere, probabilmente l'evento cinematografico italiano dell'anno, visto l'enorme successo del libro e il cast coinvolto nell'opera, paradossalmente lascia lo spettatore preparato già dalla lettura del romanzo della Mazzantini, ancora più convinto delle proprie opinioni sulla lettura del testo in questione e ancor con ancora più solide certezze cinematografiche. In effetti, in un certo senso l'esito della pellicola si scosta notevolmente dall'esito dell'opera letteraria, ma non perché incapace di esaltarla, ma bensì perché raggiunge obiettivi "altri", più consoni al mondo della celluloide. Il tentativo del buon Castellito di "fare un film" sul libro della moglie si realizza fondamentalmente nel dare corpo forse alla migliore interpretazione in assoluto di Penelope Cruz, sorprendente nel ruolo della sbandata e dolce Italia, capace di modulare espressioni sia con il viso sgraziato, si immagina da ore e ore di trucco, sia con il sinuoso corpo in un mix intrigante e perfettamente incollato al personaggio. Vale la pena sottolineare nuovamente la bravura dell'ex compagna di Tom Cruise che, dopo le prime battute in cui la scelta di un interprete dall'accento spagnolo risultava infelice, se non proprio buffa, si materializza letteralmente come l'aspetto più interessante del film. In definitiva, pur offrendo Castellito, come ultimamente gli succede, una performance sentita e oramai matura - l'attore de "L'ora di religione" sembra ormai appartenere a quella casta di interpreti che bucano sempre lo schermo, che riescono in sostanza a trovare sempre il bandolo della matassa fra ghigni, occhiatacce e sorrisi beffardi - la sua seconda esperienza dietro la macchina da presa non gli fa produrre dei progressi, ma anzi il film sembra "arrendersi" ad una trama, che è poi la debolezza del romanzo della Mazzantini, alla fin fine piuttosto banale, anzi di un qualunquismo d'altri tempi, che proprio da uno fuori dagli schemi, a volte bizzarro, un po' felliniano come Castellito non ci si aspettava. Passi pure l'ambientazione ospedaliera, una Gerini a livelli accettabili, ma una figura così meschina di classico uomo borghese appena sopra i quaranta stanco del torpore domestico, egoista, irresponsabile, in definitiva un vile, era da tempo che non si vedeva, neanche fosse questo l'ultima soap cinematografica alla Muccino: ma l'amore, come dice Timoteo, nel film c'è sempre, prima di te e dopo di te, e aggiungiamo noi, tanto vale dire solo questo. Gianni Merlin
VOTO: 6

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