ANNO: U.S.A. 2006
GENERE: Commedia
REGIA: Ridley Scott
CAST: Russell Crowe, Marion Cotillard, Albert Finney, Tom Hollander, Mitchell Mullen, Didier Bourdon, Valeria Bruni Tedeschi, Giannina Facio.
DURATA: 118 '
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TRAMA: Alla morte dello zio Henry (Albert Finney), l'inglese Max Skinner (Russell Crowe), uomo d'affari di successo, viene chiamato da un notaio a recarsi in Provenza per la lettura del testamento. Sono passati tanti anni da quando Max passava le sue estati in Francia a la Siroque, la tenuta dello zio che gli ha dato tanti insegnamenti di vita. Tuttavia, per anni Max non è più ritornato in quei luoghi e ha completamente interrotto ogni rapporto con l'anziano parente, ed ora, giunto sul posto, i ricordi riaffiorano alla mente così come tornano ad affacciarsi i volti noti. A turbare il suo soggiorno in Francia intervengono una serie di imprevisti tra cui un'indagine sui suoi affari in Inghilterra e l'arrivo di Christie Roberts (Marion Cotillard), una ragazza di Napa Valley che si dichiara figlia illegittima dello zio Henry...
CRITICA a cura di Olga di Comite: “Cherchez la femme” anche nel caso della virata a 360° che Russell Crowe ha impresso alla sua vita e che assomiglia un po’ a quella del personaggio del suo ultimo film con la regia di Ridley Scott. Attore e regista si cimentano in qualcosa di nuovo per entrambi: lui, l’australiano, in un personaggio di oggi, lui, l’autore inglese, in una commedia moderna. Li avevamo visti al lavoro insieme ne "Il Gladiatore", film storico, diseguale ma interessante, venato di dolore, eroismo e brutalità.
Ora i due si sono divertiti, mostrando di essere divenuti un tandem affiatato, tanto che tra poco vedremo anche il terzo film "The American gangster". In quanto alla rivoluzione personale cui accennavo all’inizio, è stato lo stesso attore a spiegarla in varie interviste, con una semplicità che lo fa sembrare molto diverso dal personaggio tutto bevute e scatti d’ira che le cronache “gossip” ci avevano fatto conoscere.
L’uomo ha scoperto dopo il matrimonio che lavoro e sfide anticonformiste non sono tutto e ha imparato a vivere in modo meno nevrotico, più equilibrato, gustando intero il piacere del rapporto con i due figli e la donna che lo affianca da molti anni. Ed è proprio quanto accade al personaggio di Un’Ottima annata, ambientato tra la city londinese e una splendida tenuta agricola nella Provenza. La “metamorfosi del vampiro” si compie anche in questa commedia-favola natalizia, non sciocca né volgare, girata con mano felice e con l’aiuto di luoghi affascinanti come il protagonista che, a grinta ridotta, appare individuo più dolce e sfaccettato, quindi più interessante.
La sceneggiatura di Mark Klein, tratta da un libro di Peter Mayle, ha come protagonista un broker ambizioso e cinico, amante sopra ogni cosa del suo lavoro, che consiste nel produrre e nel far crescere il denaro.
Nel mondo della finanza il nostro si muove come un pesce nella sua acqua, felice del suo successo e incurante delle relazioni umane più elementari. Quando è nel mezzo di una delle sue operazioni fortunate, gli arriva la notizia della morte oltre Manica dello zio Henry (Albert Finney), che lo aveva cresciuto quando era rimasto senza genitori e che da oltre dieci anni non vede né sente. Si ritrova così a ereditare una villa antica, la Siroque, con annessa vigna dalla quale il suo tutore ricavava, curandola con passione e di persona, un ottimo vino. Max (Russell Crowe) prende due giorni di ferie, per la prima volta nella sua vita, deciso a volare in Provenza, vendere la tenuta e tornarsene subito a Londra.
Ma, una volta lì, le cose non andranno proprio in questo modo. Il fascino del luogo, i ricordi, l’incontro con una dolce ragazza del luogo (Marion Cotillard) nonché qualche casuale incidente, determinano a poco, a poco un totale cambiamento interiore, culminante in un finale sentimentale e umano, da favola bella. Per la simpatia degli attori, comprimari e no, il film si beve come un buon calice di vino, supportato dalla sensibilità del regista nello scegliere inquadrature solari e mediterranee, che invitano a profondi e profumati respiri, in contrapposizione alla gelida e asettica atmosfera nella quale si svolgono i traffici della City, tra materiali di lusso, privi di ogni odore e calore. Olga di Comite
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